Auditel Maggio 2016 , VideoCalabria supera la soglia dei centomila

Come di consueto commentiamo i dati Auditel delle emittenti Calabresi per il mese di Maggio 2016.

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VideoCalabria (LCN13) con 106.291 (+14878) (contatti medi totali) e 2384 (-132) di ascolti medi totali (persone che rimangono per più di 15 minuti sul canale nell’arco del periodo) come il mese precedente  perde qualche punto in ascolti a favore di un netto guadagno nei contatti medi rispetto al mese scorso ;seconda tra le 07 e le 09 , prima in contatti e seconda in ascolti nelle fasce 09-12 , 18.30-20.30, 20.30-22.30, e prima nelle fasce  12-15 , 15-18 e 22.30-02 .
Calabria TV (LCN15) con 67.048 (+4359) contatti medi e 1.299 (-678), riprende il secondo posto migliorando in contatti pur avendo qualche perdita in ascolti medi ;  primeggia nella fascia oraria  07-09 ed in ascolti in quella 09-12 dove  registra un considerevole vantaggio rispetto alla concorrenza , seconda in ascolti nella 12-15 , , seconda in quella 15-18 , seconda in contatti e prima in ascolti in quella 18-20.30, terza nella fascia 20.30-22.30 , terza in contatti e seconda in ascolti nella fascia 22.30-02.
Chiude il podio Telespazio TV con  64.310 (+1002) contatti  e 766 (+297) ascolti medi   ,  con buoni risultati nella fascia 12-15 (seconda in contatti) e prima in ascolti in quella del prime time 20.30-22.30.
Sempre  quarta Teleuropa con 36923  (-4483) contatti medi e  471 (-54) ascolti medi ; registra buoni dati nella fascia 07-09 (terza) ,12-15(terza in contatti e quarta in ascolti) ,15-18 (terza), 18-20.30 (terza contatti /quarta ascolti).
Continua il buon momento per LaC  che con 36378  contatti medi (+5456) e 192 in ascolti medi (-206) recupera in contatti e si avvicina a Ten pur perdendo qualcosa in ascolti; buoni risultati nelle fasce 07-09 , 12-15,18.30-20.30 e 20.30-22.30.
Sale al sesto posto RTI  , 25390 (+3354) contatti  e 192 in ascolti (+108). buoni risultati in ascolti nelle fasce 18.30-20.30 e 20.30-22.30
Scende alla settima piazza Esperia TV ,che con 22817 (-5419)  e  medi 113 (-5) perde in contatti ma rimane pressoché invariata in ascolti , segno di fidelizzazione di molti utenti all’emittente nelle fasce 20.30-22.30 e 22.30-02 .
Ottava piazza per MiSposo TV  ,che totalizza 18.189  (-140) in contatti medi  e 41 (-35) in ascolti medi.

Classifica contatti Medi
1) VideoCalabria 106291
2) CalabriaTv 67048
3) Telespazio TV 65312
4) Teleuropa 36923
5) La C  36378
6) RTI  25390
7) Esperia TV  22871
8) Mi Sposo TV 18189

Classifica ascolti Medi
1) VideoCalabria  2384
2) CalabriaTV  1299
3) Telespazio TV  766
4) Teleuropa 471
5) La C 192
5) RTI 192
7) Esperia TV 113
8) Mi Sposo TV   41

Si ringrazia  il Direttore Editoriale di Esperia TV , Salvatore Audia , per i dati forniti.

Sequestrati 4 ripetitori radiotelevisivi a Vibo Valentia

Sigilli per violazioni in materia ambientale e sicurezza lavoro

(ANSA) – VIBO VALENTIA, 21 GIU – Quattro ripetitori radiotelevisivi sono stati sequestrati a Vibo Valentia dalla sezione Ambiente e territorio e dal Corpo forestale di stanza alla Procura della Repubblica. Il sequestro è stato disposto a seguito dell’accertamento violazioni in materia ambientale, elettrosmog, e di sicurezza del lavoro. I ripetitori appartengono a Mediaset (uno), ad Antenna Sud (uno) e Tower Tel (due). Per il secondo esiste un’ordinanza di demolizione disposta dal Comune di Stefanaconi mentre per gli altri c’è una richiesta di condono. Secondo quanto riferito, l’Arpacal ha più volte rilevato come le emissioni di di onde elettromagnetiche fossero quasi il doppio rispetto ai limiti consentiti per legge.
A dare un impulso alle indagini sono state anche le numerose denunce di un comitato civico che da anni sta conducendo una battaglia in tale senso. Adesso gli investigatori disporranno lo spegnimento del segnale e bisognerà capire se vi saranno ripercussioni sulla ricezione dei canali.

Digitale terrestre anche online: l’industria apre alla svolta Tv

NEW MEDIA

Pubblicata l’ultima edizione dell’Hd Book 4.0, il volume di riferimento per i produttori di apparati televisivi. La grande novità: i nuovi apparecchi saranno in grado di trasmettere su fibra anche i canali in digitale terrestre

di Andrea Frollà
Via libera alla diffusione di canali televisivi lineari su protocollo Ip, come se fossero tradizionali canali broadcast. È questa la principale novità contenuta nell’Hd Book 4.0, appena pubblicato da Hd Forum Italia. Il volume specialistico, che si rivolge ai produttori italiani di tv, detta le specifiche tecniche di cui dovranno essere dotati gli apparati immessi sul mercato, aprendo le porte ad una nuova era per il mondo televisivo con una raccomandazione importante.

Concretamente, l’apertura al protocollo Ip dei futuri televisori permetterà di ricevere via Internet anche i canali trasmessi in digitale terrestre. Possibilità che ad esempio oggi sono precluse ad una Smart Tv connessa a Internet ma non all’antenna tradizionale. Si va dunque verso modelli di apparecchiature ibridi, con una forte accelerazione verso la televisione via Internet. Il tutto sia in modalità free sia pay.

La soluzione, di carattere sperimentale, richiederà la definizione di un nuovo quadro regolamentare per attuarne l’implementazione. Tuttavia- spiega HD Forum Italia – potrebbe offrire una via d’uscita alle problematiche di affollamento dello spettro, supportando istituzioni e broadcaster a compensare il taglio di frequenze televisive in arrivo sul versante della banda 700 MHz.

Un’altra novità riguarda l’adozione della tecnologia HbbTv versione 2.0.1, basata su Html5, come unico standard per i servizi televisivi interattivi forniti dai broadcaster su Smart TV e set-top-box. HbbTv sostituirà lo standard Mhp, introdotto in Italia a partire dal 2004 per la realizzazione di app comunemente utilizzate dagli utenti per la fruizione televisiva interattiva in modalità non lineare. I primi terminali con a bordo la nuova tecnologia, che costituisce non solo uno standard aperto, ma anche condiviso a livello europeo e integrato con il linguaggio Web, arriveranno sul mercato prevedibilmente nel corso del 2017.

Per Benito Manlio Mari, Presidente di Hd Forum Italia, “HD Book 4.0 costituisce un tassello fondamentale nella ricerca di specifiche tecniche e regole condivise oltre i confini nazionali. Questo è l’obiettivo di Hd Forum Italia che fin dalla sua nascita, nel 2006, si è sempre impegnata per uno sviluppo armonico del sistema televisivo. Ora siamo ansiosi di promuovere la fase di attuazione dei primi servizi proprio per favorire nuove opportunità di crescita per il mercato Italiano ed Europeo”.

Frequenze 700Mhz, Anitec: “Transizione veloce per il bene del 5G”

L’Associazione prende posizione sul dibattito switch-off: “La riassegnazione alle telco deve avvenire in una data più prossima possibile al 2020”. Serve che l’Italia si allinei alle logiche europee per evitare “gravi ripercussioni sulla nostra economia”

di Andrea Frollà
“La transizione verso le 700Mhz deve avvenire in una data più prossima possibile al 2020”. È questa la convinzione di Anitec, che in un position paper ribadisce il proprio giudizio sul dibattito relativo allo switch-off delle frequenze 700Mhz da tv a telefonia mobile e non solo. Per colmare il gap con i maggiori paesi europei e mondiali in termini di diffusione digitale, spiega l’Associazione che rappresenta le aziende fornitrici di servizi e tecnologia della filiera ICT, è necessario perseguire “una logica di la quarta rivoluzione industriale, legata all’adozione delle tecnologie digitali nelle imprese di tutti i settori produttivi, e IoT, l’interconnessione degli oggetti attraverso la rete e la gestione intelligente dei dati scambiati”. Due ambiti di sviluppo strettamente collegati alla disponibilità futura delle reti 5G, in grado di sostenere al crescente domanda di traffico dati e del numero di dispositivi connessi.

“La proposta UE di allocare entro il 2020 ai servizi di telecomunicazione wireless la banda 700MHz, attualmente dedicata alla trasmissione dei servizi radiotelevisivi, è volta a favorire il progresso tecnologico e la competitività dell’Europa nell’economia globale”, sottolinea Anitec ricordando come Francia e Germania abbiano già accolto con favore questa proposta attuando strategie nazionali coerenti con l’obiettivo temporale 2020.

“È quanto mai necessario che anche l’Italia si allinei il più possibile alle stesse logiche: non essere tra i primi in Europa nell’adozione delle nuove tecnologie e servizi 5G metterebbe l’Italia in una posizione di ulteriore svantaggio, con gravi ripercussioni sulla nostra economia, sull’efficienza della Pubblica Amministrazione, sulle imprese e sui cittadini”. Anitec spiega poi che “i broadcaster italiani ed il regolatore hanno da tempo indicato gli standard DVB-T2 e HEVC quali presidi tecnologici elettivi per soddisfare, al contempo, le esigenze in termini quantitativi (numero di canali) e l’evoluzione verso la definizione HD e UltraHD”.

Sotto questo punto di vista la tempistica italiana, secondo disposizioni normative più recenti, prevede dal 1° Luglio 2016 la cessione alla distribuzione e dal 1° Gennaio 2017 l’obbligo di vendita al consumatore unicamente di apparati con queste dotazioni di standard. “I produttori di apparecchi riceventi (TV e Decoder) – sottolinea l’Associazione – si sono per tempo adeguati alle scelte del legislatore, sostenendo investimenti aggiuntivi per realizzare una produzione specifica per il mercato italiano”.

Se il passaggio alla tecnologia T2/HEVC è stato individuato dall’Italia come la scelta nazionale verso la quale far evolvere la piattaforma di distribuzione dei servizi televisivi più diffusa, secondo Anitec “cambiare ora paradigma (ad esempio verso il modello francese) significherebbe disconoscere e rimettere in discussione scelte strategiche già attuate, che hanno già mosso investimenti importanti nel settore industriale e rinunciare alle caratteristiche di efficienza e qualità evoluta di cui abbiamo detto”. Il rinnovo del parco installato, si legge nel position paper, “determina un beneficio in termini di qualità più elevata dei contenuti fruibili dagli utenti rispetto alla situazione attuale ed il mantenimento della pluralità di canali oggi garantita dall’attuale bouquet”.

Per Anitec è fondamentale che ogni soluzione sia individuata non solo in un’ottica di crescita del Paese, ma soprattutto “nel rispetto delle scelte di percorso già operate ed in modo contestuale per tutti i comparti interessati”. Il rischio, conclude l’Associazione, è di “non raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di diffusione delle soluzioni IoT in ottica Industry 4.0, producendo un ingente ‘costo del non fare’ (dai risvolti anche sociali) legato alla mancata innovazione digitale”.

Giacomelli: “Gli italiani non dovranno cambiare televisore”

Il sottosegretario alle Comunicazioni smentisce le voci secondo cui nel 2020-2022 sarà necessario un apparecchio di nuovissima generazione per continuare a vedere i programmi Tv. “No”, ha risposto in radio a Minoli che gli chiedeva se ci fosse in vista una maxi-sostituzione di apparecchi

Gli italiani dovranno cambiare il televisore? “No”. E’ secca la risposta di Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, ai microfoni di Mix24, il programma radiofonico di Giovanni Minoli su Radio 24. La domanda rivolta dal giornalista riguarda la possibilità, ventilata da più parti, che per poter continuare a vedere la Tv anche dopo il 2020-2022, gli spettatori dovranno essere in possesso di apparecchi super-aggiornati. Vengono così smentite dal governo gli allarmi fin qui alimentati da molti giornali e siti.

L'”allarme” è stato prodotto mettendo in collegamento due eventi che però, nei fatti, non sono collegati. Il primo: secondo la legge 44/2012 dal primo gennaio 2017 in commercio saranno venduti soltanto televisori DVB-T2 e HEVC, che trasmettono cioè secondo standard di generazione superiore agli attuali. Il secondo: nel 2020, massimo 2022, anche l’Italia avrà dovuto liberare le frequenze nella banda 700Mhz per lasciarle alle Tlc che se ne serviranno per rispondere in maniera adeguata alle crescenti richieste di banda larga mobile. In conseguenza a questa “grande manovra” le emittenti dovranno spostarsi su un’altra fascia di frequenze.

Stando all'”allarme”, per attuare il passaggio gli italiani dovranno comprare nuovi apparecchi televisivi. Questo perché, con il refarming della banda 700Mhz le 12 emittenti dovranno traslocare in una banda meno “spaziosa”. Per mantenere lo stesso numero di multiplex i broadcaster dovrebbero adottare due nuove tecnologie di ricezione “salvaspazio”: digitale terrestre di seconda generazione (dall’attuale Dvb-T al Dvb-T2) e nuovo standard di compressione (dall’attuale Mpg2 e Mpeg4 all’“evoluto” Hevc). Dunque: per continuare a vedere il segnale “modificato” gli utenti avrebbero bisogno di apparecchi nuovi: compatibili cioè con DvbT2 e Hevc, quelli appunto che saranno venduti dal gennaio 2017.

In realtà la transizione non avrà necessariamente bisogno di nuovi standard fin da subito: i programmi rimarranno visibili al pubblico anche con televisori non di ultimo grido. Dunque anche gli apparecchi che vengono e verranno venduti fino al 2017 saranno “compatibili”.